giovedì 16 luglio 2009
Difesa del suolo e prevenzione dai rischi naturali
-Varese, 15/07/09-
Aspetta. Dov'è che ho già sentito queste parole? Mmh.. prevenzione dai rischi naturali. Ah, sì. Per 6 anni al Politecnico mi hanno convinto e poi illuso, quindi totalmente disilluso che fosse una sorta di specializzazione, di indirizzo, di entrata nel mondo del lavoro. Servirebbe, sempre in teoria e sulla carta, a prevenire (parola nel mondo reale sconosciuta) e contrastare eventi come quelli accaduti ieri nella mia città. Piove tanto, i fiumi si gonfiano, il terreno non regge, l'acqua invade le strade. Ma tu, che hai studiato come un pirla sei anni sul perchè e il percome succede, su come fermarli e cosa "progettare" (altra parola illusoria...), sei lì come un babbo a guardare allagarsi il garage e le strade e le case senza poter fare niente. Poi leggo qui che un deputato (tra l'altro mio vicino di casa) dice che "... è necessario un lavoro di monitoraggio e una presenza sul territorio più intensi". Oltre al danno la beffa. Oltre a non permettere in nessuno modo ad giovane pirla di provare almeno a fare il proprio lavoro, o quanto meno ad avere la possibilità di impararlo e, magari, in un futuro di contribuire a prevenire contro le calamità naturali, oltre a tutto questo, dice che ci vuole una presenza più intensa sul territorio!!! Presenza di chi??? Di "poltrone" occupate da gente che evidentemente (è sotto gli occhi di tutti) hanno fatto male il proprio lavoro?? Di gente come me che è costretta a stare a guardare, a rodersi e a essere proporzionalmente sempre più inutile più si allontana il giorno della "fresca" laurea?? Oppure presenza di gente che interviene solo a danno fatto?? Oppure di quelli che si vedono la casa sott'acqua??
Spiegatemelo perchè io non lo capisco e per fare sto cazzo di lavoro dovrei andare via dall'italico paese. Sarò il solito polemicone come sempre dicono tutti, ma cose così mi fanno veramente girare i coglioni.
 
pensato da Pier alle 15:43 | Permalink |


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