Dall'inizio della stagione non ho ancora espresso il mio pensiero sul nuovo Milan (se non un piccolo e rassegnato accenno qui). Ma quello di cui avevo sospettato fin da Giugno, purtroppo, si è materializzato nel modo peggiore in questi giorni. Domenica sera ho visto uno dei derby più amari e più difficili da digerire da quando tifo il rosso e il nero (quindi dal 1988 all'incirca). Lasciando stare che si può perdere, che non vinceremo lo scudetto per il 6° anno di fila e che mancava tizio e caio. Per la prima volta ha avuto la netta convinzione che il Milan, la squadra che per definizione del suo presidente "vuole imporre calcio nel mondo", sia stata nettamente (e quindi di tanto) inferiore all'Inter, la squadra che per definizione è la più derisa e umiliata degli ultimi 20 anni. Lasciando stare le cadute di stile dei cugini che invece di godersi la vittoria si lamentano e inneggiano a complotti contro di loro (ciò è dovuto ai 20 anni di umiliazioni e alla poca abitudine a vincere con pieno merito), io mi soffermo su di noi.
Quest'anno ho fatto una scelta: sono uno dei 20mila ex-abbonati che hanno "rinunciato" ad incitare i ragazzi a S.Siro: a nulla è servita la lettera ruffiana di Galliani che ci pregava di tornare allo stadio. Tutto questo per la cessione di Kakà? No. Altrimenti avrei dovuto farlo anche quando fu venduto Sheva, per me ben più idolo del brasiliano. Ma, per la prima volta da quando tifo Milan, ho capito che la società non punta più a vincere. Ovvero non punta più ad anteporre la volontà di vincere a tutto il resto. Ci hanno preso in giro con Kakà. Con Huntelaar e compagnia bella. Cercando di propinarci i famosi "problemi di bilancio".
Ho promesso a me stesso di non andare allo stadio a prescindere dai risultati e di soffrire a casa: ho seguito i ragazzi, apprezzato la volontà di tutti i giocatori, la signorilità, l'eleganza e l'ingenua sfacciataggine (calcistica) di Leonardo. Ma nè a Settembre quando tutti ci derivano, nè a Dicembre quando tutti ci temevano, il Meazza mi ha accolto (eccezion fatta per Milan-Palermo, solo per accompagnare il cugino rosanero).
Domenica sera la mia "coerenza" è stata, ahimè, confermata: l'allenatore e i giocatori sono encomiabili. Ma la società ha zero lungimiranza, zero voglia di ricominciare un ciclo investendo seriamente come una volta, zero intenzione di pianificare. La rosa del Milan sta facendo miracoli ed era ovvio che al primo soffio di vento il castello sarebbe caduto. Senza Nesta che chioccia, Abate e Antonini sono due cuccioli spauriti e sostituire il difensore più forte del mondo con Favalli la dice lunga sul fatto che Galliani & co. abbiano avuto solo un gran culo a trovare in Leonardo l'intuizione del modulo "4-2-fantasia" e di tutto il resto.
Quindi, dico ora come sto dicendo da 2 anni, perpiacere Silvio, vendi oppure rimettici la passione. Il tifoso milanista, con Champions e mille Coppe in bacheca, non si merita di essere chiamato il lunedì da un Puppo qualunque per essere sbeffeggiato.
Sempre e comunque orgoglio rosso e nero