Speranza. E' la parola che mi viene in mente in questi giorni. A livelli diversi, certo, ma il senso è lo stesso. C'è chi si lamenta che nei giorni di Obama, in Italia ci sia quasi più clamore per Kakà che rimane al Milan. Un giocatore, per di più, strapagato che mobilita gente, fa chiudere strade, e del neo presidente americano, primo nero della storia, chissenefrega. E tutti giù a dire: "Che paese di merda che siamo!".."Ignoranti, pagliacci, zimbello di tutti". Vero, in parte. Ma abbiamo cuore. Cuore e speranza. Perchè conta Obama. E' quello che sta dando speranza a tanta gente: in Kenya c'è gente che chiama i propri figli Barak e Michelle. Dà speranza. Speranza di intravedere una luce. Tante belle parole, promesse, determinazione, positività. Tutto bello. MA per ora è tutto teoria. Una speranza a cui il cuore delle gente si affida. Ma, nel suo piccolo conta anche una vicenda come quella di Kakà. Conquista anche lui il cuore. Nella crisi c'è chi si permette di spendere centomilionidieuro (e anche se sono 60 o 70 è uguale) per un gioco. La gente, a volte, ha bisogno di vedere gesti che, anche se solo di facciata, siano fatti col cuore. Col cuore, con amore, che diano speranza. Magari chissà cosa c'è sotto. Ma chissenefrega. Dà speranza. Dà cuore.
Obama è ancora facciata. E' ancora come un ologramma. Ma non m'interessa. Entrambi mi hanno regalato il quarto sorriso dell'anno. Buon per me.
Vi vogliobbeneattutti!